Category: Mondo Immobiliare (91)

La ricerca della casa non va delegata

A detta di quasi tutte le persone che conosciamo, clienti inclusi, la ricerca della casa è un momento di forte stress.
Ci vogliono tempo, energie, idee chiare, compromessi, insomma, fatica.
Certo, le persone che ci vogliono bene vogliono aiutarci. Mamme, nonne, zie, papà, fratelli, sorelle, suoceri, anche amici di famiglia, tutti si offrono di aiutare in questa impresa.
Non sanno di essere di impiccio per la maggior parte delle volte.

Questo è quello che accade, ma che le persone non vogliono vedere.

La mamma (o nonna o suocera ecc. ecc) non ha realmente ricevuto un mandato da parte della figlia/o per la ricerca di una casa per lei/lui e, proprio per questo motivo, non ne conosce le esigenze.
Dimensioni, budget, arredamento, zona, posto auto, gusto personale: non ha idea di alcuno di questi aspetti e fondamentalmente parla sulla base di una sua idea.

Il risultato di questa intromissione?

Se devi trovare casa, sarai costretto a fare un numero elevatissimo di appuntamenti ad appartamenti fuori target. Appuntamenti inutili che aumenteranno il senso di frustrazione che segue al non trovare la cosa desiderata o, peggio ancora nel vedere non raggiunte le proprie aspettative.
Appuntamenti che saranno conditi da un abbondante senso di colpa e di frasi di cortesia.
Perché puoi mai dire che la casa che ti hanno portato a vedere è lontanissima dalle tue esigenze/aspettative (o, a dirla tutta, proprio non ti piace), se la mamma, la nonna, la suocera ecc. ecc. si sono tanto impegnate per aiutarti? Ovviamente no.

È mai capitato nella nostra esperienza che la casa vista da un’altra persona sia andata bene al diretto interessato? No, mai.

Allora cosa facciamo noi per evitare queste perdite di tempo?

Facciamo una serie di domande per capire CHI deve prendere la casa e parliamo solo con i diretti interessati.
Come è possibile fare questo se le persone abitano fuori zona o hanno orari che non coincidono con quelli nostri?

  1. Esiste internet. Non usatelo solo per i selfie e per fotografare i piatti al ristorante.
    Con internet potete:
    – mandare una mail dettagliata con le vostre esigenze;
    – vedere le foto di tutti gli appartamenti.
    Con internet noi possiamo:
    – rispondervi sempre alle mail fornendovi maggiori informazioni;
    – inviare i link delle case adatta a voi..
  2. Le nostre domande hanno un senso. Non le facciamo per entrare nella vostra privacy, perché onestamente ne possiamo fare a meno.
    Le domande sono volte a capire:
    – quanto tempo avete per fare la ricerca;
    – le vostre esigenze. Le vostre, non quelle che tutto il vostro entourage suppone che siano le vostre esigenze;
    – l’elenco delle priorità fra le vostre esigenze (il posto auto è più importante del balcone? la seconda camera è importante quanto la zona?)
    Per questo motivo, non infastiditevi, ma rispondete serenamente e onestamente. Più dettagliata è questa fase, meno tempo perderete in giro a vedere case inutili.
  3. Siamo flessibili e veniamo incontro a chi ha esigenze particolari in merito ad appuntamenti ed orari.

Se fino a qui è tutto chiaro, non prendetevela se insistiamo nel voler mostrare appartamenti solo ai diretti interessati, se insistiamo per essere chiamati direttamente da loro. Lo facciamo perché è il nostro lavoro.
Certo, potremmo fare contente mamme, nonne, suocere ecc. ecc.  assecondandole, ma sinceramente, non siamo agenti immobiliari per questo motivo.

Se poi non avete tempo, in ultima analisi, ricordate che noi siamo anche property finder e lavoriamo facendo ricerche specifiche per aiutare i nostri clienti.

Se anche tu hai una mamma, nonna, suocera, ecc. ecc. che vuole aiutarti a cercare casa, condividi questo articolo!

 

 

Quante visite servono per vendere o affittare un immobile

Quante visite servono per vendere o affittare un immobile?

Una delle convinzioni più radicate di chi mette sul mercato il proprio immobile, è che più sono gli appuntamenti, maggiori sono le possibilità di vendere o affittare.

Mettiamo il cartello, così chiamano più persone.”

Non scrivere che non c’è l’ascensore, altrimenti la gente non ti chiama.”

Hai portato in visita solo una persona.”

Se pensi questo, non hai capito il nostro lavoro (che poi anche difficilmente lo apprezzi è un’altra lunga e triste storia).

Il nostro lavoro non è far vedere case/negozi/uffici a tutti. Non è mettere tutti in fila con il numeretto, come alla posta o al supermercato.

Il nostro lavoro e la nostra esperienza servono a far in modo che gli immobili vengano visti solo dalle persone interessate. Interessate  a quella tipologia, a quella zona, a quel prezzo.
E non solo. Interessate al tipo di contratto richiesto da te proprietario.

In pratica, il lavoro che dobbiamo fare noi è esattamente l’opposto di quello che faresti tu proprietario.

Noi dobbiamo fare in modo che le visite per affittare o vendere un immobile siano il meno possibile.

Perché?

Perché prima di arrivare all’appuntamento, noi dobbiamo capire le reali intenzioni di chi sta parlando con noi.

Se l’immobile è in affitto, dobbiamo capire chi ci chiama chi è. Che intenzioni ha. Cosa gli serve. Da quando gli serve. E una serie di altre domande che ci portano a capire se andare a visionare l’immobile sarà una perdita di tempo o un investimento.

Perché noi sappiamo di fare un buon lavoro quando con una visita affittiamo.
Quando non succede, ci sono tanti fattori da valutare (ma anche questo è un altro discorso che affronteremo in un altro momento), ma il principio è  e resta valido.

Se parliamo di immobili in vendita, invece dobbiamo capire il cliente che tempistiche ha, quale il budget reale, se ha già accesso al mutuo. Queste sono informazioni necessarie, perché le trattative possono dipendere da tutte queste domande.

Quello di cui stiamo parlando, è un lavoro.
Un lavoro vero, non fatto nei ritagli di tempo ; non un lavoro “chiamare solo ore pasti”.

È il nostro lavoro.

E sì, alla fine, dopo trecento visite e duecento strategie diverse, potresti anche arrivare all’obiettivo di vendere o affittare, ma sarai stremato. Avrai visto gente di tutti i tipi, molti dei quali per nulla interessati al tuo immobile. Avrai un’idea talmente negativa delle persone che ti circondano che sarà l’unica cosa che ricorderai.

Oppure potrai compiere quell’atto che si chiama fiducia e credere a quello che il tuo agente immobiliare ti dice e farglielo fare.

Anche in questo caso, a te la scelta.

Per chiarimenti e informazioni, contattaci info@homingimmobiliare.it

Agevolazioni fiscali acquisto prima casa

Quando acquisti un immobile puoi avere diritto a delle agevolazioni fiscali.

Esistono infatti le agevolazioni “prima casa” per chi compra una casa ed è in possesso di alcuni requisiti previsti dalla legge.

Procediamo con ordine.

Quali sono i requisiti per avere le agevolazioni “prima casa”?

Alcuni sono soggettivi (riguardano quindi l’acquirente)
1. Chi acquista deve avere la residenza nel comune in cui è l’immobile da comprare.
2. Se chi acquista non ha la residenza nel comune della casa, deve impegnarsi a prenderla entro 18 mesi.
3. Non si devono possedere altri immobili nello stesso comune (neanche in comunione dei beni con il coniuge).

Altri requisiti sono oggettivi (riguardano l’immobile)
1. Si deve trattare di immobili ad uso abitativo.
2. Devono essere abitazioni non di lusso, e quindi non accatastate A/1 (abitazioni signorili), A/8 (ville), A/9 (castelli e palazzi storici).

Se hai questi requisiti, puoi comprare casa risparmiando su imposte di registro, catastale, ipotecaria e IVA se e quando è dovuta.

Ecco uno schema con l’indicazione delle agevolazioni fiscali previste dalla legge.

Imposte per l’acquisto della casa

Venditore

Imposta Senza Agevolazione

Con Agevolazione “Prima Casa

 

Privato o Impresa esente IVA

Registro

9%

2%
Ipotecaria

50,00 €

50,00 €

Castastale 50,00 €

50,00 €

 

Impresa soggetta ad IVA

IVA

10%
(22% per immobili di lusso)

4%

Registro

200,00€

200,00€

Ipotecaria

200,00€

200,00€

Catastale 200,00€

200,00€

Dal 1° gennaio 2016, chi è proprietario di una casa comprata con queste agevolazioni fiscali, può usufruirne nuovamente per comprare un altro immobile. Questo, purché il primo immobile venga venduto entro un anno dal nuovo acquisto, anche a titolo gratuito (donazione o successione).
L’impegno a vendere entro un anno deve risultare nell’atto di acquisto del nuovo immobile, pena la perdita dei benefici fiscali.

Va inoltre ricordato che questi benefici valgono anche in caso di acquisto di pertinenze (tipo il box auto), anche se comprate con atto separato da quello di compravendita della “prima casa”.

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Perché la penale per recesso anticipato non va pagata

Vuoi lasciare prima i locali affittati? Allora pagami una penale

Questo è quello che si sentono dire alcuni inquilini quando hanno la necessità di recedere anticipatamente dal contratto di locazione e si spaventano (giustamente). Per alcuni, anche solo l’idea che possa esserci una penale da pagare, rappresenta un deterrente alla firma del contratto.

Come mai si è diffusa questa notizia?

Non lo sappiamo, ma abbiamo letto alcuni contratti stipulati in cui era presente un articolo dedicato alla penale in caso di recesso anticipato.
E abbiamo più di un locatore che insiste per includere un articolo del genere.

Ma si può fare?

La Legge 431/98, quella che ha riformato le norme sulle locazioni abitative, non parla di penali in caso di recesso anticipato dal contratto da parte dell’inquilino.
Ci dice solo che “il conduttore, qualora ricorrano gravi motivi, può recedere in qualsiasi momento dal contratto, dando comunicazione al locatore con preavviso di sei mesi” (art. 3 comma 6).

Praticamente:

– l’inquilino può recedere dal contratto anche prima delle scadenze contrattuali previste;
– devono ricorrere gravi motivi che vanno resi noti al proprietario;
– deve essere rispettato un termine di preavviso.

Il termine di preavviso.
La consuetudine ci porta a ripetere come un mantra, che l’inquilino debba dare un preavviso di sei mesi. Questi sei mesi, tuttavia, sono un termine derogabile.
Significa che al momento del contratto le parti possono indicare un termine diverso, più breve, mai più lungo, per la disdetta dell’inquilino. Se non è indicato un termine vale quello previsto dalla legge (i famosi sei mesi).

A questo punto c’è da prestare molta attenzione.

I proprietari possono essere flessibili ed accettare che un inquilino vada via più o meno da un giorno all’altro. Oppure possono pretendere che sia rispettato il termine di preavviso previsto dal contratto e che vengano pagati i relativi mesi di canone.
Da qui è sorto il malinteso.

Si è pensato che essere obbligati a rispettare il termine di preavviso previsto dal contratto equivalesse ad una penale da pagare.

Ma non è così!

I proprietari non possono chiedere il pagamento di somme aggiuntive, considerate come il risarcimento di un presunto danno che deriverebbe (secondo loro) dal recesso anticipato. E se lo fanno si tratta di un patto contrario alla legge, quindi nullo.

Tutto questo vale anche per gli immobili commerciali?
Sì, perché anche in questo caso, la normativa non parla di “penali da pagare”.

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