Gen
23

La progettazione dei giardini. Parla l’architetto paesaggista

La progettazione del verde è una materia antica, spesso dimenticata o sottovalutata, ma che può rappresentare quel quid in più di private abitazioni o di spazi pubblici.

Abbiamo incontrato l’architetto paesaggista Giovanna De Lisi e le abbiamo fatto alcune domande sul suo lavoro, sul suo significato e sui suoi sviluppi.

Giovanna, architetto per formazione, laureata a Napoli nel 2010, si è avvicinata al tema dell’architettura del paesaggio prima con una esperienza da lei stessa definita “fantastica”, presso l’architetto Nicola Tartaglione  a Caserta e poi, dal 2012 ad Amburgo, dove lavora per lo studio di architettura paesaggista Breimann & Cie. che si occupa esclusivamente di giardini/spazi aperti privati.

Giovanna, ci puoi spiegare bene di cosa ti occupi nello specifico?

Nel mio studio progettiamo il verde, i percorsi pavimentati, le recinzioni, le luci esterne, le terrazze e tutto ciò che si trova negli spazi per giardini molto esclusivi di privati cittadini. Progettiamo talvolta anche intere aree di paesaggio per grandi progetti come alberghi, fattorie, tenute private, ville storiche, cliniche.
A volte progettiamo anche il verde di complessi residenziali privati, come a dire i nostri condomini. In Germania le professioni sono molto settorializzate, questo significa che il mio studio si occupa davvero solo di spazi aperti. Non progettiamo edifici, a quello ci pensano gli architetti, il cui lavoro finisce arrivati alle facciate. Poi subentriamo noi.

Realizzazione di un piccolo giardino cittadino

In Italia c’è attenzione a questo tipo di progettazione? Mi spiego meglio. Quando si progettano complessi residenziali o si ristrutturano anche interi palazzi, il verde viene considerato?

L’Italia non ha attualmente la stessa attenzione di altri Paesi europei per la progettazione del verde e non solo in ambito di verde privato ma anche del verde pubblico (fatta esclusione della Toscana, con forte tradizione).
Questo appare come uno strano scherzo del destino, o forse, più razionalmente, come la progressiva perdita di un patrimonio di conoscenze. Non possiamo prescindere dalla consapevolezza che l’architettura del paesaggio è stata inventata nel nostro bel Paese, per fiorire consapevolmente dal Rinascimento in poi.
Alcuni giardini storici italiani sono ancor oggi meta di studio. Non tanto per questioni stilistiche (il giardino formale all’italiana è ormai superato), quanto per le soluzioni tecniche  (pavimentazioni, muri di sostegno, ingegneria idraulica) che hanno reso possibili in epoca pre-industriale, dove non si poteva produrre energia come oggi, la realizzazione di maestosi effetti nei nostri giardini.

Purtroppo l’Italia non mi pare sia stata capace di riformulare  il valore dello spazio aperto per la società del XX secolo. Facciamo un paragone: pensa a come l’avvento della democrazia nel XX secolo ed il boom economico abbiano cambiato radicalmente l’abitare. Oggi è normale pensare che un nucleo familiare viva in un appartamento, ma non è altrettanto normale immaginare che una parte di quell’abitare si svolga in uno spazio aperto e verde, magari condiviso, pubblico.
Riguardo la progettazione del verde, entro i confini italiani c’è inoltre una notevole differenza tra nord e sud.
E comunque, laddove esiste la volontà di dare spazio alla progettazione del verde, è possibile che i risultati ottenuti siano comunque non ottimali, poiché mancano le competenze tecniche.

Giovanna, architetto paesaggista per passione

Ecco, infatti, hai anticipato la prossima domanda: in Italia, la tua è una professione diffusa?

In Italia non è una professione diffusa. Ci sono pochi grandi studi, al nord Italia, altrimenti alcuni paesaggisti che sono diventati tali poiché hanno trasformato una passione, che già avevano, in lavoro. È una professione spesso lasciata agli architetti, ai quali mancano però, come dicevamo sopra, le competenze tecniche e botaniche.

Questo dovrebbe cambiare, poiché da poco più di dieci anni le università si stanno dotando di corsi di architettura del paesaggio. Devi immaginare queste figure professionali come a metà tra un architetto ed un botanico. Il primo ha il compito di progettare spazi con le giuste proporzioni, che emozionino e contemporaneamente siano funzionali e tecnicamente performanti. Il secondo materializza la visione del primo, indicando le giuste essenze arboree ed erbacee e  garantendo le giuste condizioni al contorno affinché lo spazio verde cresca rigoglioso.
Ricordiamoci inoltre che uno spazio verde non è come un edificio, che a costruzione terminata esprime già l’intento del progettista.

Ad opera terminata bisognerà aspettare sempre almeno un anno, affinché si vedano i frutti di ciò che il paesaggista voleva realizzare

Come può un’attenta progettazione del verde influire sulla qualità dell’immobile di cui è pertinenza?

È innegabile il valore aggiunto che il verde condiviso produce per l´immobile stesso. Aree ricreative per i bambini (e per gli adulti), verde “filtro” che garantisce un minimo di distanza dalla strada e privacy per i piani terra. A tutto questo si associa la progettazione rigorosa dei percorsi, della zona di raccolta condominiale dei rifiuti, del numero di posti auto (ahimè in Germania sempre in aumento, in un trend che non accenna a calare), attenzione agli spazi per il parcheggio dei mezzi ciclabili. Ultimamente, in qualche caso che crescerà, si effettua anche la progettazione in cooperazione con le amministrazioni e altri partner privati, di condomini nei pressi di una stazione di car sharing. È probabile, infatti, che in un futuro, si tenderà a cercar casa vicino ad una stazione di auto condivise.

Una progettazione del verde adeguata e consapevole, inoltre, influisce positivamente a diversi livelli: psichico, ambientale ed estetico.

Influisce positivamente a livello psichico poiché, nonostante abbiamo imparato a costruire rifugi sempre più efficienti, il retaggio evolutivo provvede ad una sensazione di relax quando siamo in uno spazio verde, dovuta sia alla stimolazione olfattiva che ottica (sempre per ragioni evolutive il verde è il colore di cui percepiamo più sfumature). Ovviamente poi uno spazio verde è uno spazio dove muoversi e giocare, quindi di benessere fisico.

A livello ambientale il verde cittadino può aiutare moltissimo.

Vorrei cominciare da un aspetto che non è molto conosciuto, ma importantissimo in anni dove le precipitazioni temporalesche stanno diventando preoccupanti.
Le zone a verde sono superfici permeabili.
Questo significa che tutta l´acqua che precipita lì filtrerà rapidamente, rimpinguando la falda e soprattutto per noi che in città viviamo allagamenti continui, non andando a sovraccaricare la fogna!
Qui in Germania abbiamo l´obbligo in città quando progettiamo, di non scaricare le acque piovane in fogna e abbiamo dei limiti sulle superfici che possiamo pavimentare. Allora la parte lasciata a verde diventa  necessaria ed una parte di essa viene addirittura “sacrificata” a questo scopo.

In che senso, spiegami meglio?

Vengono realizzate delle zone a prato leggermente ribassate. 20 cm al di sotto del prato vengono sversati alcuni metri cubi di ghiaia. Quando piove molto l’acqua dei tetti e delle aree pavimentate in giardino viene portata fino a queste zone ribassate, attraverso una canalizzazione sotto terra.
L’acqua drenerà grazie alla ghiaia sottostante ma se l’afflusso è troppo, allora si creerà uno stagnetto temporaneo e finita la pioggia nel giro di un paio di giorni l’acqua sarà lentamente drenata e su quella superficie si potrà tornare a giocare. In questo modo la fogna non è stata sovraccaricata durante l’emergenza. Semplice e ingegnoso, no?

Stavi parlando dei vantaggi ambientali del verde cittadino.

Dal punto di vista climatico le essenze arboree in città abbassano notevolmente le temperature di strade asfaltate e anche degli appartamenti su cui gettano la loro ombra.

I tetti giardino ugualmente possono abbassare del 50% il passaggio di calore nelle abitazioni agli ultimi piani.
Ma gli alberi delle strade dei parchi o dei complessi privati diventano anche avamposti di biodiversità, permettendo ad uccelli stanziali di procreare e a quelli migratori di sostare, nonché ad insetti di nidificare. Idem dicasi per le essenze erbacee e le perenni, che con i loro fiori possono riequilibrare la presenza di insetti (specialmente delle api!), poiché forniscono loro habitat e nutrimento.

Sul livello estetico non spendo neanche una parola perché mi sembra ovvio. Riconosciamo tutti il valore aggiunto che porta anche solo un paio di fioriere su un balconcino!

Quanto costa l’intervento di un architetto paesaggista?

In Germania costa più o meno come l’intervento di un architetto, quindi ritengo in Italia sia ugualmente proporzionato. Il costo poi, come nel caso dell’architetto, dipende dalla complessità del progetto.
Qui in Germania lo spazio aperto senza pretese per un complesso residenziale economico si aggira sugli 80 €/mq netti (inclusi percorsi pavimentati e aree gioco per i bambini obbligatorie).

Quali sono gli errori che maggiormente vengono commessi nella realizzazione di giardini privati?

Ignorare le condizioni di partenza e non programmare una corretta preparazione del terreno e del drenaggio possono rovinare a priori tutto il lavoro fatto successivamente. Purtroppo te ne accorgerai solo in seguito, quando le piante messe a dimora moriranno.

Quali criteri andrebbero seguiti nella realizzazione dei giardini?

I criteri cambiano a seconda di quello che si vuole realizzare.

Puoi decidere di volere un prato all’inglese da noi al sud, ma dovrai mettere in conto un abuso di acqua spropositato.
Se vuoi virtuosismi di arte topiaria, devi mettere in conto una manutenzione quasi settimanale.
Puoi volere un giardino a roseto, ma devi ricordarti che combatterai con una pianta diva che te ne farà passare di tutti i colori.
Si può anche ricreare un giardino tropicale con specie rare, a cui dovrai fornire, però, parallelamente un impianto di umidificazione a spruzzo…

Nella tua esperienza, quali sono gli aspetti della progettazione del verde privato che devono essere tenuti in considerazione?

In primo luogo bisogna parlare col committente e capire, lui cosa si aspetta, perché ha preso la fantastica decisione di mettere mano al  suo “giardino”.
Vuole un giardino rappresentativo da guardare solo dalla finestra? Un angolo verde per i suoi figli? Desidera sporcarsi in prima persona le mani? Oppure tenerci qualche animale da compagnia o da aia? Ce ne è per tutti!

Io non faccio questo lavoro per fare felice me, ma per fare felice il cliente che non sa come raggiungere il suo obiettivo.

A questo punto bisogna considerare in generale il clima della zona in cui si trova  lo spazio verde così come gli agenti atmosferici. Parallelamente  bisogna analizzare l’esposizione  solare. Indagare lo status quo. Poi si elabora l’idea concettuale e il linguaggio. Altrimenti, come vedo spesso sia qui in Germania che da noi, lo spazio verde subisce accostamenti di piante che insieme non producono alcun effetto estetico. Poi  si deve passare a creare il torso dello spazio verde elaborando la successione ed il posizionamento delle zone dello stare che si alternano ai percorsi.
Ed il processo che ho descritto sopra è solo quello di progettazione preliminare. La scelta delle essenze e dei materiali viene molto dopo, quando si è raggiunto un accordo sullo sviluppo planimetrico dello spazio.

In Italia, soprattutto al sud, molte case hanno grandi terrazze che vengono vissute dalla primavera all’autunno. È possibile anche per le terrazze la progettazione del verde? E se sì, mi puoi dire a cosa bisogna prestare attenzione?

Da un terrazzo, se abbastanza grande, si può ricavare un tetto giardino, con un investimento economico più consistente sia nella progettazione che nella realizzazione, ripagato da risultati e durevolezza amplificati.
Se non è questo il caso, si procederà con delle piante in vaso, proporzionalmente grandi per evitare l’effetto “goccia nell’oceano”.

Terrazza giardino

In entrambi i casi mi sento di dire che le due principali cose a cui bisogna fare moltissima attenzione sono i carichi che andiamo a portare sul terrazzo e il drenaggio. Fondamentale è accertarsi che l’acqua espulsa dall’irrigazione delle piante trovi sempre la sua strada di uscita dalla superficie del terrazzo per evitare spiacevoli e comuni danni ai soffitti sottostanti, e soprintendere a ciò con manutenzione costante.

È importantissimo ricordare che i terrazzi non hanno un solaio progettato e realizzato per sopportare gli stessi carichi di un’abitazione. Ne va della sicurezza di chi vive gli spazi sottostanti insomma.

Qual è stata la richiesta più bizzarra da parte di un tuo cliente?

Credo sia stata la richiesta di un cliente più che benestante che vive in una villa in uno dei quartieri più prestigiosi di Amburgo a due passi dal lago Alster. Si era appena ritrasferito ad Amburgo dagli Stati Uniti, dove viveva in una grossa tenuta e ha detto che sentiva la mancanza dei suoi polli e del suo gallo al mattino. Così ci ha chiesto di progettare un pollaio chic, e noi lo abbiamo accontentato.

Progettazione-di-un-pollaio-nel-giardino

Il progetto del pollaio chic

 

Quali consigli daresti a chi si accinge ad “allestire” uno spazio verde privato?

Consiglierei a chiunque si accinga ad allestire uno spazio verde privato di allontanarsi dal pensiero, sempre in agguato, che un giardino sporca. Lasciate che in autunno le foglie gialle coprano come un tappetto tutto il terrazzo, godete dell’effetto pittoresco in estate di un tappeto rosso di fiori di buganvillea caduti in terra, prima di rincorrere ossessivamente queste cose con la scopa!
Per risparmiare manutenzione e tempo, ci si può avvicinare al tema del giardino naturale, tanto caro ai paesaggisti inglesi. Osservare cosa cresce nelle aree libere della zona in cui si vive e lasciarsi ispirare anche dagli accostamenti che si vedono in natura.
Penso alle zone di casa nostra nei dintorni di Caserta e mi vengono in mente combinazioni meravigliose di fichi d’india immersi in un mare dorato di graminacee spontanee, prati fioriti a tarassaco e tulipani.

Ci sono una infinità di temi che possono essere presi a prestito dalla natura antropizzata ed essere rielaborati anche in un piccolo spazio verde cittadino.

Parte di un giardino ad ispirazione naturale

Consiglierei infine, se non sa da dove partire, di rivolgersi ad un professionista del settore, ma che sia vero.

Infine, qual è il tuo progetto del cuore (quello realizzato o quello che vorresti realizzare)?

Il mio progetto del cuore ad Amburgo è recente, ancora in fase di realizzazione. Ci sono molto legata per 3 ragioni.

1) È il giardino di una casa progettata dall’architetto inglese Chipperfield, di fama internazionale, le cui architetture tante volte abbiamo analizzato nel corso degli studi a Napoli. Quindi mi sono sentita onorata a vedermi affidato dal titolare l´incarico di progettazione di un’architettura che ammiro.

2) Il cliente invece che frenarci, come accade spesso, ci ha espressamente chiesto di fornirgli il progetto che renda giustizia all’architettura, senza preoccuparci del budget.

3) È il primo dove  ho potuto lavorare con l’acqua come elemento fondante dell´idea progettuale, che gioca con i salti topografici (Vi ricorda qualcosa? La nostra Reggia, per esempio).

Progetto del giardino fiume

La parcella del giardino ha una topografia interessante con i suoi 27 metri di dislivello, fino al livello del fiume. La villa si trova al centro della parcella ed ha un grande open space a piano terra che attraverso due grandi finestre,  consente di apprezzare tutta la proprietà da un punto preciso. Guardando verso nord osservi il front garden, guardando verso sud hai una vista mozzafiato sul fiume ed il porto. L’idea è di sfruttare questa trasparenza della casa e lasciar correre una lama d’acqua da nord a sud, declinata in 3 differenti vasche, che verso sud termina in una fontana a gradoni, la cui acqua otticamente tocca il fiume.

In patria, a Caserta, ho un progetto ancora in fase  di elaborazione e che però mi fa battere il cuore molto di più… ma per questo non svelo altro.

Ringraziamo Giovanna, oltre che per la bella intervista, anche per tutte le immagini utilizzate che sono di proprietà dello studio Breimann & Cie.

Ti è piaciuto questo articolo? Se sì, condividilo!