Category: Mondo Immobiliare (91)

Valutazione-immobiliare

Una delle parti più delicate del lavoro dell’agente immobiliare è la valutazione degli immobili da vendere o affittare.

La valutazione è il primo passaggio da compiere quando si vuole mettere sul mercato un proprio bene immobile, in quanto è fondamentale conoscere il valore intrinseco del bene, ma soprattutto come quel bene viene considerato dal mercato in un dato momento.

È molto frequente che ci venga richiesto di dare un prezzo orientativo, giusto per sapere all’interno di quali valori ci si potrebbe muovere, tuttavia noi abbiamo sempre ritenuto che fosse poco professionale estrarre i numeri come se stessimo giocando a tombola e tendiamo a sottrarci da queste valutazioni orientative.

Lo facciamo proprio perché la valutazione del bene è la base su cui appoggiano la scelta del target, dei canali in cui pubblicizzare la vendita o l’affitto e, ovviamente è la base della trattativa.

Qual è il processo di valutazione di un immobile?

Il sopralluogo
Occorre verificare lo stato, la distribuzione degli spazi, la luce, gli affacci, la distanza da altri palazzi, l’esposizione. Alcuni di questi aspetti emergono anche dai documenti, tuttavia il colpo d’occhio unito allo stato dell’immobile per intero è fondamentale.
Pavimenti, infissi interni ed esterni, sono gli elementi di un appartamento che spesso vengono cambiati e i possibili acquirenti hanno la necessità di capire quanto questi lavori andranno a impattare sulla spesa finale. Per questo motivo è fondamentale verificarne lo stato.

I documenti
Per una accurata valutazione è fondamentale visionare e studiare le planimetrie catastali degli immobili.
Attraverso le planimetrie si calcolano le metrature e, soprattutto, si verifica la corrispondenza con lo stato di fatto. Nel caso in cui questo non dovesse corrispondere, il venditore dovrebbe compiere tutti i passaggi necessari per arrivare a tale corrispondenza.

Dopo avere effettuato sopralluogo e lo studio delle planimetrie inizia l’analisi delle quotazioni immobiliari: i dati ufficiali vanno sapientemente confrontati con i dati di mercato.

Non si tratta solo di sommare, moltiplicare, dividere, cioè di compiere operazioni matematiche che alla fine producono un numero. Si tratta di aggiungere a questi numeri, la sensibilità e l’esperienza di chi svolge il lavoro di agente immobiliare.
Perché se per ogni proprietario il proprio bene è una reggia, ogni acquirente vuole fare l’affare, ma la conoscenza del mercato di riferimento è il discrimine.

Hai un immobile di cui vuoi conoscere il valore o desideri far valutare il tuo patrimonio immobiliare? Mandaci una mail a info@homingimmobiliare.it

Spesso accade che, nell’ambito di rapporti familiari, si utilizzi l’istituto giuridico della donazione per trasferire la proprietà di beni immobili.
Secondo l’art. 769 del Codice Civile, infatti, “la donazione è il contratto col quale, per spirito di liberalità, una parte arricchisce l’altra, disponendo a favore di questa di un suo diritto o assumendo verso la stessa un’obbligazione”.
La presenza di un atto di donazione, nella catena dei trasferimenti di un immobile, è una circostanza da valutare con attenzione da chi abbia intenzione di acquistare il bene oggetto della donazione.

Comprare un immobile donato: cosa può accadere

Qual è il pericolo che l’acquirente può correre in caso di immobile donato al venditore?

Il pericolo è un’azione legale da parte degli altri familiari aventi diritto, per legge, ad una quota del patrimonio del donante (legittimari), volta alla restituzione del bene donato. I legittimari, infatti, possono esperire nei confronti dell’immobile donato una duplice azione. La prima, detta “di riduzione”, è volta a far dichiarare ad un giudice che la donazione è stata lesiva dei propri diritti. La seconda, detta “restitutoria”, consentirà alla parte lesa di riprendersi il bene dal patrimonio del donatario o di chi ha comprato il bene qualora fosse stato venduto.

La legge prevede dei tempi e delle condizioni per poter esercitare i propri diritti, anche al fine di stabilizzare i rapporti economici che ne derivano.

Per questo motivo, per un legittimario, il tempo per poter esperire l’azione di riduzione è 20 anni. Se entro questo termine dalla data di trascrizione della donazione, non si è verificata l’opposizione da parte degli aventi diritto, l’azione di restituzione non potrà essere più esercitata e non ci sarà alcun rischio per l’acquirente. Questo vale sicuramente per le donazioni effettuate dopo la Legge 80/2005, mentre per quelle verificatesi precedentemente manca una disciplina transitoria che chiarisca cosa accade.

Azione di riduzione: tutti i casi possibili

Ci sono ovviamente dei casi, diciamo così, intermedi e dipendono dalla presenza di tre condizioni:
1. che il donante non abbia lasciato sufficienti beni a coprire le quote dei legittimari;
2. che il venditore donatario non abbia, nel suo patrimonio sufficienti beni a soddisfare le pretese dei legittimari lesi;
3. che non siano decorsi 20 anni dalla trascrizione della donazione, salvo che sia intervenuta opposizione al decorso dei 20 anni da parte dei legittimari.
Quando sussistono queste tre condizioni, nel caso in cui il donante sia ancora vivo, l’azione di restituzione potrà essere esercitata solo dopo la sua morte ed entro i successivi 10 anni.
Se il donante fosse morto da meno di 10 anni, l’azione potrebbe essere esercitata entro i 10 anni dalla sua morte.
Trascorsi più di 10 anni dalla morte del donante, l’orientamento prevalente della giurisprudenza è che il diritto all’azione di riduzione sia prescritto, per cui non ci sarà alcun rischio per l’acquirente.

Come tutelarsi?

Cosa deve fare quindi un acquirente interessato ad un immobile che risulta essere stato donato al venditore?
Facendosi consigliare dal notaio di fiducia, le possibili soluzioni sono:
– la rinuncia all’azione restitutoria da parte dei legittimari. In questo caso si coinvolgono i legittimari che potrebbero in futuro impugnare la donazione e si fa dichiarare che non andranno a riprendersi il bene nel patrimonio dell’acquirente. Anche se non prevista dal Codice Civile, questa è una prassi ormai accettata da dottrina e giurisprudenza.
– Lo scioglimento della donazione per mutuo consenso. Con lo scioglimento della donazione, il bene torna in capo al donante e quindi non ci sarà alcun problema per il terzo acquirente.
– La stipula di una polizza assicurativa.

Sulla convenienza o meno dell’acquisto di un immobile la cui proprietà deriva da una donazione, quindi, ogni acquirente dovrà fare il calcolo dei rischi e dei benefici.

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Home-staging-case-allestite-per vendere

Sono trascorsi 50 (cinquanta!) anni dal giorno in cui un’agente immobiliare di Seattle ha avuto l’intuizione di trasformare gli ambienti delle case che avrebbe dovuto vendere, in delle scenografie, dando la possibilità ai futuri acquirenti di immaginare uno spazio come lo avrebbero desiderato.
Forse inconsapevolmente, Barb Schwarz ha inventato l’home staging, una tecnica di marketing immobiliare che fa leva sull’aspetto emotivo di ogni compravendita.

Negli Stati Uniti è un servizio che viene offerto ormai automaticamente dagli agenti immobiliari. È consuetudine vendere case “staged”. La consulenza su come valorizzare un immobile è parte integrante della fase di acquisizione. Ma si sa, negli USA, l’immobile è un asset economico, per cui un investimento al fine di ottenere un risultato economico migliore o più rapido, è nelle corde degli americani.

Cerchiamo di applicare le regole base dell’home staging da circa otto anni e nel tempo, come abbiamo più volte scritto negli articoli di questo blog, ci siamo anche dovuti adattare alle risposte dei nostri clienti.
Ne abbiamo viste tante, ma soprattutto abbiamo dovuto rispondere molte volte alla fatidica domanda: l’home staging, funziona?

La risposta è sì.

Funziona perché lavora su diversi livelli, non solo su quello dell’allestimento. Lavora sul piano dell’immagine, certo, dell’emotività, ma anche sul piano del tempo, del prezzo, della trattativa.

Immagine, emotività, tempo, prezzo e trattativa

La fase di allestimento ci aiuta a liberare le case da mobili e soprammobili inutili, troppo caratterizzanti uno stile, aiuta a rendere gli spazi più neutri. A creare degli ambienti in cui le persone possano immaginare la propria vita, oltre che a far focalizzare i possibili acquirenti sugli aspetti positivi e non sul quadro della prozia messo lì altrimenti si rischia la lite familiare.
Rendere le case più neutre, significa dare a quell’immobile la possibilità di piacere ad un pubblico più ampio. Anzi, in realtà, la prima possibilità che dà il decluttering (così si chiama la tecnica di alleggerire gli immobili dalle cose inutili) è proprio quella di individuare meglio il target interessato.

Il tempo. Se la casa spicca fra tutte quelle pubblicate, perché è fotografata meglio, perché è organizzata meglio, sarà visionata prima. L’”effetto wow” inizierà ancor prima dell’appuntamento, anzi, forse proprio grazie a questo, si riuscirà ad avere un appuntamento. E il tempo, si sa, negli affari, è una variabile della trattativa.

Il prezzo. Non sempre, soprattutto dopo due anni di pandemia e ripetute crisi economiche, il prezzo può essere aumentato dopo aver sistemato, allestito l’immobile, ma sicuramente, l’allestimento, aiuterà l’immobile stesso a tenere un determinato prezzo sul mercato. Si lavora sul valore percepito dell’immobile e se questo combacia con il prezzo, la trattativa è già a buon punto.

La trattativa. Diciamolo una volta per tutte. Noi non siamo agenti immobiliari perché apriamo porte e attacchiamo cartelli. Noi siamo agenti immobiliari, perché mediamo fra le persone. Gestiamo le trattative fra persone che hanno due obiettivi similari ed è di loro che ci dobbiamo occupare prevalentemente. Quando l’immobile non dà adito ad alcuna questione, si va subito al sodo a cercare la mediazione fra i due obiettivi dei clienti.

Allora, da dove deriva lo scetticismo rispetto ad una pratica che funziona?

In primo luogo nel vecchio continente (e aggiungerei, in Italia soprattutto) la casa è legata sempre a qualche aspetto sentimentale e difficilmente viene considerata una fonte di reddito nel senso dell’investimento. Più semplicemente, si pensa di fare l’investimento al momento dell’acquisto, ma poi prevale la mentalità di proprietario degli anni ’60, per cui nulla più va fatto per mantenere quell’acquisto redditizio nel senso moderno della parola.
Non si ragiona in termini di raggiungimento dell’obiettivo (far fruttare l’investimento fatto), ma in termini conservativi.

In secondo luogo, l’home staging viene rappresentato secondo un gusto e uno stile che sembra stereotipato e lontano da quella che è la realtà degli immobili di fronte a cui ci troviamo. Per questo motivo non viene colta la necessità di studiare le disposizioni, la luce, i materiali, per dare il miglior risultato possibile. Si pensa sia tempo sprecato, quello utilizzato a valorizzare la casa, tanto, si dice, mica potrà diventare come quella pubblicizzata a Milano!
E invece, con il nostro stile, con quello dell’immobile e perché no, anche del proprietario, si possono ottenere risultati ottimi.

Il nostro augurio per i 50 anni dell’home staging è quello di entrare nella mente e negli strumenti di tutti gli agenti immobiliari italiani; di continuare a raccogliere successi allestendo case meravigliose!

Vuoi una consulenza sulla valorizzazione del tuo immobile? Contattaci e prepareremo per l’immobile che vorrai affidarci il rapporto di home staging.

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Come-calcolare-l-IMU-per-la-scadenza

A breve ci sarà la scadenza per il pagamento dell’IMU. Per arrivare con la piena consapevolezza alla data prevista, facciamo un breve riassunto su cos’è l’IMU, chi la deve pagare e perché.

L’IMU (Imposta Municipale Propria) è la tassa che ha sostituito la vecchia ICI (Imposta Comunale sugli Immobili), grava sugli immobili ad uso abitativo, commerciale e anche sui terreni, sugli immobili religiosi non destinati al culto e agli immobili intestati ad associazioni ed enti no profit. Il suo presupposto è il possesso o la proprietà del bene.

Chi paga l’IMU?

Il pagamento dell’IMU spetta a chi esercita un diritto reale su un determinato bene immobile.
Spetta quindi a:
– proprietari
– titolari di diritto di usufrutto, uso, abitazione, superficie ed enfiteusi (diritti reali di godimento)
– coniuge assegnatario della casa coniugale a seguito di una separazione legale, annullamento scioglimento o cessazione degli effetti civili del matrimonio
– locatario per gli immobili concessi in locazione finanziaria
– concessionario di aree demaniali.

Quando non si paga l’IMU?

I proprietari di una prima casa adibita ad abitazione principale non pagano l’IMU, a meno che l’immobile non rientri in particolari categorie catastali e cioè quelle considerate di lusso (A1, A8, A9).
Anche le pertinenze delle abitazioni principali (C2 cantine, C6 autorimesse, C7 tettoie) sono esenti dal pagamento nel numero di una unità. Per cui, se ad una abitazione principale sono collegati, ad esempio, due box, solo uno sarà esente.

Anche gli immobili concessi in comodato d’uso a parenti in linea retta di primo grado sono esenti dal pagamento dell’Imposto Municipale Propria (slavo che si tratti di immobili delle categorie sopra citate).

Coniugi con residenze diverse: chi paga l’IMU

La Corte Costituzionale, con la sentenza n. 209/2022, ha dichiarato l’illegittimità di qualsiasi disposizione di legge che condizioni l’esenzione IMU dell’abitazione principale alla convivenza con l’altro coniuge.
In questo modo ha superato sia la Corte di Cassazione, che una norma introdotta nel 2022 (di cui abbiamo parlato in questo articolo ), sulla base del principio che non si può combattere un comportamento scorretto sacrificando chi, invece segue correttamente le regole.
La Suprema Corte ha sottolineato come la norma introdotta negasse i diritti della famiglia sanciti dalla Costituzione, andando a favorire, ad esempio le coppie di fatto che avrebbero potuto mantenere l’esenzione.

L’IMU, inoltre, non è dovuta quando l’immobile su cui dovrebbe gravare è:
– la casa familiare assegnata al genitore affidatario dei figli
– una civile abitazione destinata ad alloggi sociali
– un’unità immobiliare di proprietà di cooperative a proprietà indivisa, adibita ad abitazione principale dei soci assegnatari o destinate a studenti universitari assegnatari
– un immobile non locato, posseduto da soggetti appartenenti alle Forze Armate, Forze di Polizia, personale dei Vigili del Fuoco e appartenenti alla carriera prefettizia.

Non si paga neanche sui fabbricati rurali ad uso strumentale, a particolari tipi di terreni agricoli (per il luogo in cui sono ubicati o per la loro specifica tipologia) e sui fabbricati costruiti e destinati dall’impresa alla vendita.

Il calcolo dell’IMU

La base imponibile per il calcolo dell’IMU è la rendita catastale, rivalutata del 5%, moltiplicata per un coefficiente diverso per ogni tipologia di immobile e infine moltiplicata per l’aliquota deliberata dal singolo Comune.
Per i terreni agricoli e anche quelli non coltivati, invece, la base imponibile è il reddito domenicale, rivalutato del 25% e moltiplicato per un coefficiente di 135.

Per ogni dubbio o chiarimento sulle questioni specifiche, suggeriamo sempre di fare riferimento al/alla propria commercialista.

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