Category: News (40)

Tutti noi abbiamo presente, perché sicuramente li abbiamo presi in considerazione, i bonus per la casa di cui è stato possibile beneficiare nel corso degli anni. Sono stati bonus che hanno scatenato molte polemiche per il loro impatto sulle finanze dello Stato, ma sono stati ritenuti utili per l’impulso che hanno dato ai diversi settori di mercato cui si riferivano, dando anche la possibilità ai privati di affrontare spese importanti riguardanti le ristrutturazioni e gli efficientamenti energetici.
Anche nella legge di Bilancio 2025 sono presenti bonus e incentivi; con diverse aliquote e diversi importi rispetto al passato, ma ci sono.

Vediamo insieme il panorama dei bonus per la casa che possono essere richiesti

Bonus ristrutturazione 2025

Sarà possibile beneficiare ancora del bonus ristrutturazione, ma con una importante distinzione fra prima e seconda casa e con aliquote ridotte.
Per la prima casa si prevede una detrazione dall’Irpef, pari al 50% delle spese sostenute per la ristrutturazione delle abitazioni e delle parti comuni degli edifici residenziali, con il tetto di spesa di 96mila euro nel 2025. Nel 2026 e nel 2027 l’aliquota scenderà al 36%, nel 2028 al 30%.
Per la seconda casa o più in generale per gli immobili diversi dall’abitazione principale, invece, la detrazione è al 36% per il 2025, al 30% per il bienni 2026-2027.
Dal 2028, il bonus ristrutturazione consisterà in una detrazione stabile del 30% con tetto di spesa di 48 mila euro senza distinzione fra abitazione principale e seconde case.

Mobili ed elettrodomestici

Sono stati prorogati anche i bonus per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici destinati ad arredare un immobile oggetto di ristrutturazione edilizia.
La detrazione è del 50% e va calcolata su un importo massimo di 5 mila euro per quest’anno, comprende anche le spese di trasporto e montaggio e vale sia per la prima che per le seconde case.
È stato introdotto anche un bonus per l’acquisto di elettrodomestici ad alta efficienza energetica. Si tratta di un contributo del 30% con un tetto massimo di 100 euro (che sale a 200 per le famiglie con un Isee inferiore ai 25 mila euro) per ciascun elettrodomestico. Occorre che si acquistino elettrodomestici prodotti in Europa, in sostituzione di altri meno performanti che devono essere smaltiti attraverso il riciclo.
Lo stanziamento per questo bonus è di 50milioni di euro, tuttavia, le modalità e i termini di erogazione saranno specificati entro marzo.

2025: si restringe il numero dei bonus edilizi

Ecobonus

La Legge di Bilancio prevede una proroga anche per l’ecobonus, con l’introduzione della differenza di detrazione fra l’abitazione principale e le altre e con l’introduzione del tetto di spesa.
Nello specifico, per le prime case l’ecobonus avrà un’aliquota del 50%. Nel 2026 e nel 2027 l’aliquota scenderà al 36%. Per le abitazioni diverse dalla prima casa e per gli immobili non residenziali l’aliquota sarà del 36%. Nel 2026 e nel 2027 l’aliquota scenderà al 30%.

Stop al Bonus caldaia

Dal 2025 non sarà più possibile beneficiare della detrazione fiscale per la sostituzione degli impianti di climatizzazione con caldaie a combustibili fossili. L’obiettivo è quello di incentivare l’utilizzo di sistemi più ecologici, come quelli ibridi o l’elettrificazione del riscaldamento. Questa decisione è in linea con quanto stabilito dalla cosiddetta direttiva case green pubblicata nella Gazzetta Ufficiale dell’Ue l’8 maggio 2024 ed entrata in vigore il 28 maggio, anche se la direttiva stessa non è stata ancora recepita dall’Italia (ricordiamo che gli Stati membri hanno 24 mesi per recepirla).

Sisma bonus nel 2025

La legge di Bilancio 2025 ha prorogato e rimodulato le aliquote del sisma bonus. In particolare, l’agevolazione fiscale è stata estesa al triennio 2025-2027 con aliquota al 50% per la prima casa e al 36% per le altre abitazioni; al 36% per le abitazioni principali e al 30% negli altri casi nel biennio 2026-2027. Il tetto di spesa è di 96.000 euro.

Mutuo giovani

È stata prorogata la misura che agevola l’accesso al mutuo prima casa, usufruendo della garanzia dello Stato, per alcune categorie: giovani coppie, famiglie numerose e giovani under 36.
In particolare, per quanto riguarda gli under 36, per i mutui che coprono dall’80 al 100 per cento del prezzo della casa, Consap fornisce alla banca erogatrice una garanzia che copre l’80 per cento del debito residuo in caso di insolvenza del debitore. Ottenere l’accesso al fondo è possibile, però, a patto che vengano soddisfatte alcune condizioni: il mutuo riguardi una prima casa e che l’Isee dei richiedenti non superi i 40mila euro.

E il superbonus?

Il superbonus di fatto scompare. Nell’anno in corso, infatti, sarà al 65% e riguarderà solo i cantieri aperti prima del 15 ottobre 2024. Nel 2025 non potranno essere agevolati nuovi interventi.

È stato utile questo articolo? Se sì, condividilo

Colore dell'anno 2025

Mocha Mousse è il colore del 2025 secondo Pantone.

Con il codice Pantone 17-1230, Mocha Mousse è stato selezionato come colore dell’anno: vediamo di che colore si tratta, perché è stato scelto e come lo potremo utilizzare.

Si tratta di un colore dalle tonalità calde, che richiamano la terra e le sue ricchezze; richiama al nutrimento di sostanze come la cioccolata e il caffè, ma anche una raffinata eleganza classica.
Leatrice Eiseman, Direttrice esecutiva del Pantone Color Institute, afferma: “I colori per l’Autunno/Inverno 2024/2025 della NYFW puntano all’equilibrio tra il familiare e il nuovo ed emozionante, abbracciando la longevità e uno stile per tutte le stagioni”.
Insieme al colore dell’anno viene proposta anche una palette di colori funzionali, adattabili, essenziali, ma mai banali.

“Little treat culture”

Da dove è arrivata l’ispirazione per scegliere Mocha Mousse?
Si chiama “little treat culture”, letteralmente la “cultura delle piccole coccole”. È una tendenza che nell’ultimo anno ha guadagnato una grande popolarità su piattaforme come Tik Tok, in cui spopolano video di persone impegnate a concedersi piccoli piaceri, come una tisana calda, un pasto su una tavola ben apparecchiata, un massaggio e altre cose di questo genere.
Il trend è emerso perché il 45% dei giovani ritiene sia inutile risparmiare per il futuro dato lo scenario economico attuale, per cui è meglio dedicarsi qualche piccola coccola, ridefinendo così il concetto di lusso.
Per questo motivo Mocha Mousse è un colore definito di ponderata indulgenza, un classico senza pretese, un perfetto abbinamento con colori più forti o ancora più tenui. E probabilmente in casa o nell’armadio è anche già presente.

Nell’interior desing aggiungerà calore agli ambienti; è adatto a tutte le stanze, inclusi bagni, cucine e living, Si avvicina al colore del legno ed è facilmente abbinabile.
È adatto a tutte le stagioni, dal momento che crea una solida base cromatica.

Di altro genere invece è stata la scelta di Sikkens per il colore dell’anno preferito e suggerito ai progettisti e agli architetti di interni. Parliamo di True Joy, una palette di gialli accesi che ispira fiducia ottimismo, creatività e spinge a uscire dalla propria zona di confort.
Possiamo ben dire quindi che l’idea di Pantone di scegliere un colore perfettamente è abbinabile è abbastanza riuscita!
Non ricordi qual è stato il colore del 2024? Leggi l’articolo nel blog

Ti è piaciuto l’articolo? Se sì, condividilo!

 

Affitti-brevi

Dal 1° settembre sono entrate in vigore le nuove norme sugli affitti brevi, emanate per regolare un settore che è diventato strategico per il turismo in Italia, ma che molti problemi sta creando al mercato delle locazioni in Italia.

Cerchiamo di capire cosa occorrerà fare per essere in regola con la normativa.

Il Decreto anticipi e la nuova normativa sugli affitti brevi

Il “Decreto Anticipi” (Dl 145/23 convertito nella Legge 191/23) ha introdotto alcune novità riguardanti il mondo degli affitti brevi.
1. L’assegnazione del Codice Identificativo Nazionale (CIN) da parte del Ministero del Turismo alle unità immobiliari destinate ai contratti di locazione per finalità turistiche, comprese le locazioni brevi, e alle strutture turistico-recettive alberghiere ed extra alberghiere.
2. Obbligo di esposizione del CIN, dagli annunci allo stabile in cui è posizionato l’immobile.
3. L’obbligo di comunicazione dell’inizio di attività (SCIA) presso il proprio Comune e di possesso di una serie di dispositivi di sicurezza (come quelli per la rilevazione dei gas combustibili e gli estintori portatili).
4. Si prevedono sanzioni per l’assenza o la mancata esposizione del CIN, per la mancata presentazione della SCIA o la mancanza dei dispositivi di sicurezza.

Queste norme nascono soprattutto dalla volontà di tracciare su tutto il territorio nazionale i proprietari di strutture recettive in affitto breve, per garantire la concorrenza e la trasparenza e per contrastare fenomeni di ospitalità irregolare e di evasione fiscale.
Il CIN ad esempio era previsto già da alcune leggi regionali, adesso, invece, è univoco su tutto il territorio nazionale. In questo modo, si ritiene che si possano facilitare le letture e le integrazioni dei dati a livello regionale e nazionale, oltre che a semplificare i controlli contro le irregolarità.
La Banca Dati Nazionale delle Strutture Ricettive è già entrata in vigore, ma il Ministero del Turismo ha previsto un periodo di tolleranza per adeguarsi fino al 2 novembre. Anche per le sanzioni si prevede una tolleranza, dato che verranno applicate a partire dal 2025.

Cedolare secca e affitti brevi

Il Governo, ha inoltre previsto un diverso regime fiscale per gli affitti brevi a partire da gennaio 2024.

Nella Legge di Bilancio 2024 (quindi in vigore dal 1° gennaio 2024) è stata prevista l’aliquota del 26% in forma di cedolare secca. Questa aliquota è applicabile ai redditi derivanti dai contratti di locazioni breve stipulati da persone fisiche, nel caso di destinazione alla locazione breve di più di un appartamento per ogni periodo di imposta.
La legge prevede anche quali sono gli obblighi a carico dei soggetti che esercitano attività di mediazione per questo tipo di affitti (per intenderci i portali di prenotazione online). Per tali soggetti, qualora incassino o intervengano nel pagamento dei canoni, la ritenuta sarà considerata a titolo di acconto.

Ti è stato utile questo articolo? Se sì, condividilo!

Salva-Casa

Il Decreto Salva Casa D.L. n. 69/2024 è entrato in vigore il 30 maggio con la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale e dovrà essere convertito in legge dal Parlamento entro 60 giorni.

Si tratta di un provvedimento voluto dal Ministero delle Infrastrutture con la finalità di semplificare le disposizioni in materia di edilizia e urbanistica. L’intento è quello di rilanciare il mercato delle compravendite e di consentire il recupero e la rigenerazione di edilizia, attraverso la regolarizzazione di quelle che vengono definite “lievi difformità”. Il punto di partenza della norma è da riscontrare nell’esigenza di “sanare” quelle difformità dovute all’introduzione di nuove norme, o quelle tanto lievi da non causare problemi strutturali agli edifici.

Quali sono le misure contenute nel decreto?

  • Si potranno mantenere le strutture amovibili realizzare per finalità sanitarie, assistenziali ed educative durante l’emergenza Covid.
  • Sarà possibile realizzare opere di protezione solare e in particolare: si potranno realizzare porticati senza la necessità di autorizzazioni specifiche; si semplificano le norme per l’installazione di tende da sole, tende a pergola con telo retrattile o protezioni solari mobili, purché non creino spazi chiusi.
  • Sarà sempre consentito cambiare la destinazione d’uso di un’unità immobiliare all’interno della stessa categoria catastale senza la realizzazione di opere, e fra alcune categorie funzionali specifiche. I Comuni avranno la possibilità di avvalersi di norme a riguardo.

Cosa è compreso nella locuzione “lievi difformità”?

Il decreto specifica che le “lievi difformità” sono:

  • difformità “formali”, derivanti da incertezza interpretativa della normativa rispetto allo stato legittimo dell’immobile;
  • quelle edilizie interne, risultanti da interventi risalenti nel tempo, difficili da comprovare al momento attuale;
  • difformità che avrebbero potuto essere sanate al momento della realizzazione e non più sanabili oggi a causa della disciplina della “doppia conformità”*.
Le norme “Salva Milano”

Per la conversione in legge del Decreto Salva Casa, la Lega ha già previsto degli emendamenti.
Superficie minima per l’abitabilità.
Il pacchetto di emendamenti presentati, prevede che, le dimensioni per considerare un immobile abitabile debbano passare dai 28 mq per i monolocali per una persona a 20 mq, e dai 38 mq per due parsone a 28 mq. L’altezza minima, se gli emendamenti dovessero passare, si abbasserebbe da 2,70 m (2,40 m per corridoi, disimpegni, bagni e ripostigli) a 2,40 m per l’intera superficie della casa. In questo modo sarebbero utilizzabili a fini abitativi, sottotetti e scantinati.
Estensione delle “tolleranze” costruttive.
Gli emendamenti prevedono la possibilità di sanare superfici realizzate in più rispetto a quanto autorizzato. Il 2% per gli immobili superiori a 500 mq al 5% per gli immobili di 100 mq.
“Salva Milano”.
Alcune indagini nel capoluogo lombardo si sono focalizzate su interventi edilizi autorizzati come ristrutturazioni (autorizzate con semplice SCIA), ma che si sono rivelati essere delle vere e proprie nuove costruzioni. Per questo motivo, sono adesso in pericolo di abbattimento.

 

*Il criterio della doppia conformità è quel criterio urbanistico per cui un proprietario che voglia regolarizzare il proprio immobile da una situazione di non conformità al progetto inizialmente autorizzato, deve dimostrare che l’immobile sia conforme alle norme urbanistico-edilizie sia al momento in cui sono stati eseguiti i lavori, sia al momento della presentazione della richiesta di sanatoria.

Aggiornamento

Il 24 luglio, con l’apposizione della questione di fiducia anche al Senato, è stato convertito in legge il Decreto Salva Casa.

Sono stati approvati gli emendamenti che prevedevano i nuovi standard abitativi (si potrà abitare in microcase e sottotetti), la cosiddetta “edilizia libera” che semplifica l’iter burocratico per alcuni lavori nelle abitazioni, le tolleranze costruttive.
Il “Salva Milano”, è stato invece ritirato e sarà probabilmente inserito in altri provvedimenti.

Ti è piaciuto questo articolo? Se sì, condividilo